domenica 26 aprile 2009

Influenza Suina: cosa sta succedendo?

In Messico e Stati Uniti d'America sta accadendo qualcosa di preoccupante.
Un nuovo virus influenzale del tipo A/H1N1 e di origine suina è responsabile di diversi focolai epidemici, 8 casi notificati negli USA, più di 900 in Messico e analisi approfondite su una decina di casi notificati a New York City che devono ancora stabilire se si tratti di Influenza Suina.
La situazione può essere così riassunta:
1. Abbiamo un nuovo virus influenzale, mai conosciuto prima. Si tratta di una nuova variante del virus influenzale A/H1N1, per alcune varianti di questo tipo siamo già protetti o per una vaccinazione fatta in passato o perché abbiamo avuto l’influenza.
2. Per questa variante non siamo protetti o forse lo siamo solo parzialmente per le ragioni suddette
3. Non sappiamo nulla riguardo alla capacità che questo virus ha di trasmettersi da uomo a uomo. Evidenza di trasmissione interumana c’è. Ma la situazione messicana non è chiara. In particolare non è affatto chiaro quale tra i molti casi riportati in Messico siano realmente stati causati da questo nuovo virus
4. A rendere più confusa la situazione c’è il differente quadro epidemiologico che caratterizza gli otto casi americani e i novecento messicani: in america uno solo degli otto casi è stato ospedalizzato e non si è contato alcun decesso. In Messico si contano diverse decine di decessi.
Nel frattempo l'OMS ha riunito il Comitato d'Emergenza, composto da diversi esperti internazionali. Il Comitato ha stabilito che l'attuale situazione costituisca un evento di sanità pubblica di rilevanza internazionale, sebbene ci siano ancora molte lacune conoscitive in merito a decorso clinico, quadro epidemiologico e virologico relativo ai casi notificati. Il Comitato ha deciso che siano necessarie maggiori informazioni prima che si decida se dichiarare il passaggio dalla attuale fase pandemica 3 (presenza di nuovi virus influenzali ma assente o limitata trasmissione interumana) alla fase 4 (presenza di nuovi virus influenzali con evidenza di incremento di trasmissione interumana) o alla fase 5 (presenza di nuovi virus influenzali con evidenza di significativa trasmissione interumana).
Ovviamente la preoccupazione è che quelli che attualmente sembrano focolai epidemici di Influenza Suina con evidenza di trasmissione interumana si estendano progressivamente dando luogo ad una vera e propria pandemia influenzale.
Cosa fare in questi casi? Ricercare informazioni corrette ed attivarsi in una vigile e informata attesa, questa potrebbe essere la cosa più importante da fare per ogni cittadino, almeno in questa fase di incertezze.
Ricordiamo che la Regione Marche è dotata di un proprio piano pandemico mentre le Zone Territoriali e le Aziende Ospedaliere stanno ultimando la stesura dei piani pandemici locali.
Anche la ZT 4 di Senigallia delibererà nei prossimi giorni il proprio piano pandemico. La Sanità pubblica si sta preparando da alcuni anni ad affrontare una pandemia influenzale. La situazione in Messico e USA fa pensare che ben presto si dovrà passare dalla pianificazione all'azione: non siamo mai stati così vicini ad una pandemia influenzale come lo siamo ora.
Nei prossimi giorni l'argomento sarà estesamente trattato nel blog PandemItalia.

giovedì 16 aprile 2009

Oltre 200 belle idee!



Una bella idea per stare meglio. Ve lo ricordate? Il concorso di idee promosso dalla Zona Territoriale 4 di Senigallia.
Come è mio solito in tutto quello che faccio (o quasi) mi sono ricordato della scadenza, stabilita per ieri 15 aprile 2009, solo alcuni giorni fa e sono riuscito a rispettarla consegnando a mano la mia idea alle 17.50 di ieri, ovvero allo scadere del tempo concesso. Con mia grande sorpresa ho constatato che la mia è la 205esima idea pervenuta (ma il numero è destinato a salire se si considerano quelle spedite negli ultimi giorni e non ancora ricevute dalla Direzione di Zona).
Il concorso aveva suscitato polemiche (leggi qui e qui) ma alla cittadinanza evidentemente è piaciuto. Il verdetto del Comitato Tecnico impegnato nella valutazione delle idee è atteso entro il mese di maggio mentre l'attuazione dell'idea migliore è prevista per il primo giugno 2009.
Dall'attivazione dell'idea vincente proverrà un reale miglioramento di salute per la popolazione della ZT 4 di Senigallia? Staremo a vedere!

venerdì 10 aprile 2009

Testimonianze: Emergency in Afghanistan



Ieri al Mezza Canaja incontro meraviglioso, meravigliosamente descritto da Quilly.
Copio-incollo dal suo blog...

A volte guardiamo distrattamente un telegiornale, o sfogliamo senza interesse un giornale imbattendoci nella parola Afghanistan.
L'Afghanistan per noi è un mondo lontanissimo. Una terra in mezzo alle montagne, in posizione strategica nel cuore dell'Oriente. Ci capita di incontrare un titolo, "Strage al mercato di Kabul, 90 morti" e di passare avanti con indifferenza per andare a leggere invece avidamente chi è stato eliminato dal Grande Fratello, chi è quel difensore brasiliano acquistato dalla nostra squadra del cuore o chi sarà il nuovo tronista di Uomini e Donne.
Quando poi, come ierisera, ci troviamo davanti foto di bambini che hanno l'età dei nostri figli senza entrambi gli arti inferiori, o di vecchi con sguardi profondissimi ma con il volto sfigurato dalle ustioni, quando siamo lì, non possiamo girare canale e dobbiamo fare i conti con quegli sguardi, con quegli arti, con quelle garze e quelle stampelle le cose cambiano. A quel punto i numeri, 90, 25, 67, 48 non sono più un espressione matematica ma diventano storie di persone finite nella polvere, parabole di vite finanche brevissime, terminate sull'asfalto o sulla terra di Kabul.
Dal comodo della nostra poltrona sentenziamo spesso di "quanto hanno rotto il cazzo questi che arrivano per rubarci il lavoro", e non capiamo invece che pur di fuggire da quell'inferno, chiunque metterebbe a repentaglio la propria vita, proprio come quegli adolescenti che a volte, al Porto di Ancona, si attaccano sotto ad un Tir per oltrepassare la dogana e raggiungere la speranza di una vita migliore. Ieri sera al Mezza Canaja, Giovanni e Sergio, infermieri in Afghanistan per Emergency, ci hanno fatto capire in un ora più di quanto in dieci anni tutti i Tg e la carta stampata messi assieme. Ci hanno spiegato l'efficenza di un ospedale, visto dalla popolazione come zona franca, dove capita di vedere uomini fino a mezzora prima nemici aiutarsi e capirsi.
Ci hanno fatto conoscere la mentalità e gli usi di un popolo che vive in un'altro mondo, in un altra epoca, in una città di tre milioni di abitanti senza acqua, nè elettricità. Ci hanno permesso di entrare nella vita di tutti i giorni sanitaria, giuridica e in parte politica, facendoci capire che in quella situazione organizzata ancora a livello tribale, non ci possono essere efficaci "esportatori di democrazia" . Elicotteri armati fino ai denti, che costano come venti ospedali, non servono a migliorare le condizioni di un popolo radicato ancora nel Medioevo, che è abituato a girare per strada con pistole, coltelli e tirapugni. In Afghanistan la legge non esiste.
Esistono invece uomini e donne come Sergio e Giovanni che si recano in quei luoghi a svolgere il proprio lavoro di infermiere o di tecnico e lo fanno con amore e solidarietà oltre che con grande professionalità.
Ringrazio Sergio, Giovanni ed Emergency per quello che hanno fatto, che stanno facendo e che faranno, portando sollievo e cure in zone di guerra.
Ringrazio Nicola Mancini e quelli del Mezza Canaja, per averci concesso la possibilità di ascoltare queste storie e di vedere queste immagini e per averci offerto la possibilità di accedere a informazioni altrimenti irraggiungibili attraverso i canali tradizionali.
Questa volta gli assenti hanno avuto, come sempre torto. Chissà se in futuro avremo ancora l'opportunità di ascoltare queste storie e di vedere queste immagini.
Tira una brutta aria. E come diceva un grande condottiero del passato:
"Sento un tintinnar di sciabole...."

lunedì 6 aprile 2009

Senigallia per l'Abruzzo

La Protezione Civile della nostra Regione è in piena attività. Diversi i senigalliesi impegnati sul campo, tra questi l'Ing. Susanna Balducci, responsabile della pianificazione sanitaria d'emergenza del Dipartimento per le politiche integrate di sicurezza e per la Protezione Civile della Regione Marche.
La seguente notizia dell'ASCA chiarisce il ruolo della Protezione Civile delle Marche.
(ASCA) Ancona, 6 aprile - Ai soccorsi marchigiani sono stati assegnati la zona limitrofa all'ospedale civile di L'Aquila indicativamente a sud est della citta' e il Com 1 (Centro operativo misto) nella sede dei Vigili urbani sempre nel capoluogo abruzzese. Sono in partenza da Ancona 60 tende per approntare un campo di accoglienza. E' gia' sul posto trasportati da 20 camion della Protezione civile, l'ospedale da campo che e' in fase di allestimento, le tende pneumatiche per permettere il riposo dei volontari e la cucina da campo dell'Anpas in grado di sfornare 800 pasti. E' quanto informa una nota della regione. Sul fronte sanitario si attendono le direttive che emergeranno domani dalla riunione degli assessorati alla sanita' delle Regioni del Centro - Italia. Il summit servira' per pianificare il trasferimento dei pazienti. Le Marche hanno gia' messo a disposizione sette ambulanze che dovranno fare la spola tra le Marche e l'Abruzzo. Intanto sono in stato di allerta gli Ospedali Riuniti di Ancona, Ascoli, San Benedetto e Fermo. Ad Ancona la direzione sanitaria questa mattina ha convocato i responsabili del 118 e del Pronto Soccorso per preparare e organizzare la struttura che e' gia' pronta ad affrontare l'emergenza. Ad Ascoli tutto il personale sanitario si e' reso reperibile cosi' come le equipe operatorie, 4 sale operatorie sono pronte per essere aperte in caso di necessita' ed il day surgery e' organizzato in modo da poter operare a ciclo continuo h24. Trenta i posti letto al momento disponibili. Stessa situazione a Fermo con quaranta posti letto disponibili. Finora ai due nosocomi piu' vicini all'Abruzzo si sono rivolti spontaneamente una decina di feriti provenienti dalle zone colpite dal sisma. Altri 6 feriti lievi si sono rivolti al pronto soccorso di Fermo: sono marchigiani e si trovavano a L'Aquila per motivi di lavoro o studio. Sul posto c'e' il Dirigente della Protezione civile regionale Roberto Oreficini. Le pubbliche amministrazioni marchigiane hanno messo a disposizione 50 tecnici per i sopralluoghi di agibilita'; i primi verranno effettuati domani mattina nelle scuole di Cossignano e Appianano, per verificare che le strutture non abbiamo subito danni dalle forti scosse che hanno interessato anche le Marche.

Buon lavoro a tutti.

Quando la terra trema

L'incubo terremoto si ripresenta. Questa volta le Marche sono state sfiorate dall'evento sismico e a farne le spese è l'Abruzzo. La scossa, di 5.7° della scala Richter (8°-9° della Mercalli), è durata per quasi un minuto, tanto è bastato per produrre un disastro di gravissime proporzioni. Secondo le fonti sanitarie le vittime sarebbero più di 150. Più di 100 sono invece i dispersi, 1.500 i feriti, 100mila gli sfollati.
Per saperne di più è sufficiente accendere la televisione, tutti se ne stanno occupando.
Di seguito, invece, segnalo il sito della Protezione Civile della Regione Marche nella sezione dedicata al rischio sismico.
E di seguito riporto le indicazioni pratiche che ogni cittadino dovrebbe fare proprie prima del terremoto. Nel sito sono contenute le indicazioni relative a cosa occorre fare durante e dopo... buona lettura.
Fonte: Protezione Civile Regione Marche. I terremoti.

Prima del terremoto
Nel caso in cui si viva in una zona classificata sismica si deve prestare attenzione a come è costruita la propria abitazione. Se si è in procinto di acquistare una casa nuova, è bene accertarsi che sia stata progettata e costruita in maniera antisismica, in caso contrario è opportuno renderla adatta a resistere agli eventi sismici.
Prima del terremoto è necessario informarsi su quanto previsto dai piani di protezione civile, nazionale e provinciale, e verificare l’esistenza di piani di protezione civile a livello locale (in caso negativo sollecitarli). Tali informazioni sono utili per sapere quali iniziative sono previste per limitare i danni, che cosa fare e a chi riferirsi nell’eventualità di un terremoto.
Nel caso esista un piano di evacuazione per il dopo terremoto, è necessario essere pronti ad eseguire la parte di propria competenza. In caso di inesistenza di questo piano è opportuno individuare un luogo aperto ma lontano da spiagge (nel caso di coste soggette a maremoto) in cui ritrovarsi con la famiglia, cercando di determinare il percorso più aperto e meno pericoloso per raggiungerlo. Prima di un terremoto è infine opportuno individuare le autorità responsabili dall’emergenza e le fonti di informazione attendibili:
- conoscere l’ubicazione degli ospedali e dei percorsi migliori per raggiungerli;
- fissare bene alle pareti scaffali e mobili pesanti, nonché scaldabagni e caldaie a gas;
- avere accanto al telefono i numeri per chiamare ambulanza, medico, vigili del fuoco;
- sapere dove sono ubicati gli interruttori centrali di acqua, luce e gas, e saperli manovrare.