domenica 22 marzo 2009

Benedetto preservativo!

La Sanità Pubblica ha un costo, la prevenzione ha un costo.
Per quanto la prevenzione sia eticamente necessaria non ogni attività di prevenzione può essere attuata. Anche per la prevenzione la logica delle evidenze di efficacia degli interventi deve guidare la programmazione, la scelta degli interventi, l’allocazione delle risorse necessarie per attuarli.
Se, ad esempio fossi in un Paese sub-sahariano e fossi professionalmente impegnato nella lotta contro l’AIDS di certo cercherei in tutti i modi di insistere con l’educazione sanitaria incentrata sull’utilizzo del preservativo. Alcune chiare evidenze scientifiche guiderebbero il mio operato.
Un passo indietro.
Quali sono gli studi scientifici che sono “degni” di guidare le scelte di un medico?
È più semplice di quanto si pensi: dietro ad uno studio scientifico c’è un disegno dello studio che consente di classificare ogni contributo. Ogni tipo di studio ha una differente “forza dell’evidenza”. Ad esempio. Se un gruppo di esperti si riunisce, discute su un argomento e stabilisce che per ottenere un determinato risultato sia necessario implementare un particolare intervento, il documento che ne scaturirà si chiama “opinione di esperti” e la forza dell’evidenza ad esso associato sarà la più bassa in assoluto.
Se al contrario un gruppo di ricercatori organizza un “Trial” significa che, secondo una metodologia standardizzata, mette a confronto un intervento con un altro intervento dimostrandone o meno la maggiore efficacia: la forza dell’evidenza cresce.
Se poi vogliamo, attraverso opportuni metodi statistici, calcolare il valore medio di efficacia di un determinato intervento mettendo a confronto tutti gli studi dedicati a quel tipo di intervento… allora abbiamo una “Revisione sistematica della letteratura”, si avanza ulteriormente in termini di forza dell’evidenza scientifica.
Per farla breve: se un gruppo di esperti attesta che un intervento sia efficace per ottenere un determinato obiettivo, io, medico, posso essere scettico e attendere che ci siano evidenze maggiori a favore di quell’intervento. Ma se è una revisione sistematica a testimoniare l’efficacia di un intervento, bene, se la revisione è ben condotta allora abbiamo la possibilità di affermare che quell’intervento realmente funziona: consentirà di ottenere l’obiettivo che si vuole raggiungere.
Torniamo all’AIDS, all’Africa e al preservativo.
È notizia di questi giorni (leggi qui, qui o qui): secondo Papa Benedetto XVI la tragedia dell’AIDS non si può superare con la distribuzione dei preservativi che, anzi, aumenterebbero i problemi.

Il 21 novembre 2006 la notizia, invece, era la seguente:
Il Papa è preoccupato per il diffondersi dell'Aids. Per questo, rivela il cardinale Javier Lozano Barragan, presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale della salute, ha chiesto un documento sul tema in generale e sull'uso del preservativo, in particolare. Il dossier, di quasi 200 pagine, contiene ''posizioni esaustive con tanti interventi scientifici. Si va da quelli più rigorosi e restrittivi fino a quelli più comprensivi e aperti. Ora tutto è nelle mani della Congregazione per la Dottrina della fede che sta studiando il dossier'', spiega Barragan.
Se oggi il Papa si schiera contro l’utilizzo del preservativo è evidente che quel dossier deve essere stato elaborato con una metodologia molto particolare oppure è possibile che il Papa, nello sforzo di far procedere di pari passo dottrina cattolica e scienza, abbia dovuto ignorare le indicazioni degli esperti.
Di fatto le evidenze scientifiche sono inoppugnabili:
- Weller SC, Davis-Beaty K. Condom effectiveness in reducing heterosexual HIV transmission. Cochrane Database of Systematic Reviews 2002, Issue 1. Art. No.: CD003255. DOI: 10.1002/14651858.CD003255.
- HOLMES, King K.; LEVINE, Ruth and WEAVER, Marcia. Effectiveness of condoms in preventing sexually transmitted infections. Bull World Health Organ [online]. 2004, v. 82, n. 6, pp. 454-461. ISSN 0042-9686.
- National Institute of Allergy and Infectious Diseases, National Institutes of Health and Department of Health and Human Services. Workshop summary: scientific evidence on condom effectiveness for sexually transmitted disease (STD) prevention. Herndon, VA: 2000.

Che poi il preservativo, oltre ad essere inutile, sia anche dannoso, è sola ed esclusiva convinzione del pontefice, in realtà mai dimostrata scientificamente da nessuno.
Riporto le parole di alcuni esperti internazionali:
"La mia impressione è che la posizione del Papa rappresenti un grosso passo indietro per quel che riguarda l'educazione alla salute, che sia controproducente e che provochi l'aumento dei contagi in Africa e altrove. C'è l'evidenza dei fatti a supportare la tesi che la distribuzione dei preservativi riduce il rischio di contagio del virus Hiv e non conduce necessariamente ad un incremento dell'attività sessuale" (Quentin Sattentau, Professore di Immunologia all'Università di Oxford).
“Non c'è nessuna evidenza scientifica che dimostri che l'uso dei preservativi spinga ad assumersi maggiori rischi sessuali. La nostra linea guida è che i preservativi siano altamente funzionali per contrastare la trasmissione del virus Hiv se sono utilizzati in maniera corretta e costante" (Kevin De Cock, Direttore del Dipartimento Hiv/Aids dell'OMS).
Quando le evidenze scientifiche parlano chiaro c’è poco da discutere: del resto anche il Papa non è infallibile!

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